Le conseguenze psicologiche di un trauma possono essere gestite in molti modi all'interno di un percorso di cura: in questo momento la richiesta di interventi specifici su questo tema sta proliferando a causa della convivenza col Corona virus, una condizione clinica che sta purtroppo creando molti traumi. Possiamo definire il trauma come un evento che espone la persona a morte o ad una minaccia di morte, relativa anche ad altre persone care: essere vittima o assistere ad una situazione traumatica che coinvolge una persona a noi vicina possono essere dal punto di vista psicologico praticamente equiparate.
La base della gestione psicologica del trauma è il concetto di rielaborazione, che permette di rivivere il trauma in modalità protetta e controllata, per poter permettere alla nostra mente di rileggere il momento critico come non ha invece potuto fare nel momento dell’emergenza.
Le modalità con cui riprendere in mano i contenuti traumatici sono molteplici: alcuni approcci prevedono un contatto a distanza di sicurezza, chiedendo al paziente di parlare del trauma, di ciò che ricorda e che gli viene in mente, senza una strutturazione specifica. Si tratta di un livello di gestione del trauma semplice ma importante, perché permette innanzitutto di parlarne, di avere qualcuno che ascolta la nostra esperienza traumatica e aiuta a gestire i vissuti emotivi collegati. In molti casi, già permettersi di esporre una parte di sé così dolorosa a qualcun altro è una forma di cura: poterlo fare con un professionista psicologo permette di non doversi preoccupare della sua reazione, perché è una persona formata ad avere a che fare con contenuti di questo tipo; in questo modo è possibile concentrarsi unicamente su come ci sentiamo durante il racconto del trauma.
Altre tecniche di intervento per la rielaborazione di un trauma prevedono di costruire insieme al paziente una narrazione del ricordo traumatico, in modo che l’intervento sia maggiormente indirizzato dal terapeuta. Ad esempio, l’EMDR prevede la desensibilizzazione sistematica ed il riprocessamento del ricordo attraverso i movimenti oculari: cosa si cela dietro questa traduzione tecnica della sigla? Il terapeuta guida la rielaborazione del trauma attraverso la definizione di alcune immagini specifiche, “fotografie” del trauma che sono rimaste impresse nella mente. Una volta condivise, si procede con una stimolazione sensoriale alternata bilaterale, ovvero chiedendo al paziente di seguire con gli occhi il movimento delle nostre dita mentre è concentrato sull’immagine scelta.
I vantaggi e gli svantaggi delle differenti tipologie di rielaborazione traumatica dipendono dalla situazione clinica specifica: come in ogni percorso psicologico, padroneggiare le tecniche significa per il terapeuta avere la formazione necessaria ad attuarle, ma soprattutto riuscire anche a capire quando sono l’intervento potenzialmente più efficace per la persona che abbiamo davanti e il momento che sta vivendo. L’utilizzo della tecnica EMDR, infatti, ha una efficacia scientifica dimostrata per la rielaborazione di traumi specifici nei quali è presente il vissuto di pericolo per la propria sopravvivenza: altri aspetti traumatici ma di diversa entità possono sicuramente beneficiare di un intervento EMDR, ma possono essere affrontati con successo anche tramite altre modalità di intervento psicologico.
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