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Il biofeedback nello sport: una base indispensabile


L'attività sportiva richiede uno sforzo fisico costante nel tempo, per caratteristiche intrinseche alla competizione o per le sessioni di allenamento necessarie.

Il biofeedback è una tecnica di intervento che permette di conoscere e comprendere i propri parametri psicologici essenziali, ovvero respirazione, battito cardiaco, conduttanza cutanea, tensione muscolare e temperatura. Con l'uso di strumentazione appropriata, è possibile rilevarli in tempo reale per valutare quali sono più in difficoltà in condizioni di stress. Una volta definiti questi parametri, si inizia ad allenarli partendo dalla respirazione perchè è il parametro a maggior controllo volontario e con un maggior beneficio a livello sistemico.


L'efficacia del biofeedback nello sport è dimostrata scientificamente da decenni, per l'evidente collegamento tra la possibilità di avere un corpo che funziona al meglio sotto stress e la sua resa nel contesto di gara, oltre che in allenamento. Non è corretto tuttavia identificare il biofeedback come tecnica regina nell'ambito della psicologia dello sport: goal setting, self-talk e imagery sono altrettanto importanti e specifiche per gestire gli aspetti mentali dell'atleta. Li spieghiamo in estrema sintesi con parole italiane:

- il goal setting permette di definire obiettivi di crescita sportiva che siano misurabili, specifici e incrementali, in modo da evitare noia o disillusione;

- il self-talk permette di guidare l'attenzione sviluppando il dialogo interno sia nei momenti in cui è richiesta concentrazione sia in altri momenti nei quali le emozioni sembrano sovrastarci, come nei momenti cruciali della competizione;

- l'imagery permette di ricreare nella propria mente aspetti della gara in modo da padroneggiarli per una analisi o per aumentare il senso di efficacia.


Un intervento efficace in psicologia dello sport unisce tutte queste tecniche e il biofeedback rappresenta l'ingrediente segreto di questa miscela. Infatti, una recente tesi di Ferguson alla Western Health Science, supervisionata dall'esperto di fisiologia sportiva e kinesiologia Craig Hall, compara ad esempio biofeedback ed imagery concludendo che l'efficacia delle due tecniche è data dall'uso combinato. Intervallare a sessioni immaginative un intervento sui parametri psicologici permette di favorire una ripresa dei parametri corporei più efficienti, sviluppando nell'atleta la capacità di riconoscere ed attivare al bisogno il proprio stato fisiologico più efficace per la pratica sportiva.

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